Rimodellamento del seno e mastoplastica additiva a Napoli
Gli interventi pensati per la riduzione, la modifica, l'aumento o la sollevazione del seno sono anche noti con
il termine di mastoplastica.
Essa si avvale di tecniche e soluzioni estremamente utili a ridurre o eliminare del tutto il disagio estetico e emotivo che può insorgere in una donna in caso di evidenti difetti, dal momento che il seno è da sempre emblema di femminilità e può essere responsabile dell'autostima della paziente.
L’intervento di mastoplastica additiva, parlando di chirurgia a fini esclusivamente estetici, è quello che permette di ottenere un aumento della dimensione del seno naturale (e in parte anche della sua forma) mediante l’inserimento di protesi.
Molte sono le possibilità di scelta dei dispositivi protesici quanto a forma, dimensioni, profili, superficie e contenuto, realizzate dalle aziende produttrici.
Forma: le protesi possono essere tonde o anatomiche. Esiste anche un tipo di protesi dalla base rotonda ma caratterizzata da una forma maggiormente bombata per metà protesi circa.
Le protesi anatomiche, per via della necessità di conservare la tipica forma definita a goccia, sono fatte con un gel maggiormente coesivo e pertanto sono più dure al tatto. Possono andare incontro ala rotazione del polo superiore nel tempo. Le protesi rotonde sono più morbide e possono garantire a seconda della tipologia del seno un aspetto maggiormente riempitivo del polo superiore specialmente nei casi di svuotamento dovuto a gravidanze e/o a età e nei seni lievemente ptosici.
Superficie: le protesi possono essere rivestite di un involucro di silicone a superficie liscia o testurizzata, cioè rugosa. le protesi lisce sono più morbide e soprattutto in presenza di una cute sottile si sentono di meno al tatto. Le protesi testurizzate sono invece più dure. Secondo alcuni studi le protesi a superficie testurizzata avrebbero minore percentuale di incapsulamento ma di contro maggiore possibilità di rippling/wrinkling. in realtà la reazione della contrattura capsulare è del tutto aspecifica e dipende esclusivamente dalla reazione dell'organismo alla protesi stessa.
Contenuto: le protesi più comunemente usate sono quelle riempite con gel di silicone, che può essere di diversa consistenza coesiva. anche in caso di eventuale rottura delle protesi quindi il gel non fuoriesce liberamente a tutela della salute della paziente. Esistono protesi riempite di soluzione salina, utilizzate prevalentemente in America, ma che presentano il grande inconveniente della deflazione.
Dimensioni e profili: le protesi possono essere misurate in grammi o in cc. a parità di cc o di grammi le protesi possono avere profili diversi a seconda della base del diametro o delle diagonali in caso di protesi anatomiche.
A seconda della situazione di partenza viene scelto il tipo di protesi più indicato per forma e dimensione. cosa questa che viene stabilita in sede di visita preoperatoria.
L'intervento di mastoplastica viene eseguito, con anestesia assistita anche locale, mediante una incisione di circa 4,5 centimetri e ciò ovviamente per consentire l'ingresso della protesi. L'incisione può essere fatta in sede periareolare o sotto il solco mammario o infine con taglio ascellare.
Le protesi possono essere posizionate in sede retroghiandolare, ovvero in sede sottomuscolare (sotto il muscolo grande pettorale). in alcuni casi viene prescelto un posizionamento parzialmente sottomuscolare, nel polo superiore, parzialmente retroghiandolare nel poso inferiore (dual plane).
Il tipo di posizionamento dipende dalla situazione di partenza del seno nonché dal tipo di tessuti e quantità di ghiandola.
L'intervento di mastoplastica additiva non presenta eccessivo sconforto, né intraoperatoriamente né nel postoperatorio, soprattutto laddove eseguito in anestesia locale evitando anche ulteriori drenaggi.
Complicanze: dopo l'intervento il paziente verrà fasciato con bendaggio elastico e può essere dimesso in giornata; dopo la prima settimana verranno rimossi alcuni punti sutura ed indossato un reggiseno di tipo sportivo; il resto dei punti verrà rimosso dopo 10 giorni.
Una vita normale, compreso svolgimento di attività sportiva, potrà essere ripresa in terza settimana.
L'intervento di mastopessi o lifting del seno consiste nell'effettuare un risollevamento del seno con riposizionamento del complesso areola-capezzolo tutte le volte in cui esiste una situazione di ptosi del seno di una certa rilevanza.
La ptosi del seno è la caduta dello stesso che si verifica per età gravidanza allattamento e/o eccessivi ed improvvisi dimagrimenti.
In situazioni di normalità la distanza che corre tra la fossa giugulare ed il capezzolo è di circa 18/20 centimetri. Quando tale distanza aumenta, l'aspetto del seno sarà cadente sino alle situazione di ptosi severa (oltre i 26 centimetri) nelle quali all'osservazione il seno si presenta con i capezzoli che guardano in basso.
L'aspetto del seno può inoltre apparire cadente anche se il complesso aureola capezzolo risulta nella norma o solo di poco aumentato. Ciò in quanto spesso il seno tende a svuotarsi mantenendo all'incirca la medesima ptosi: in questi casi ciò che aumenta è la profondità del solco sottomammario con conseguente aumento della distanza tra areola e solco stesso (in alcuni casi denominata situazione di pseudoptosi). Anche in questo caso può essere valutata la indicazione per un intervento di mastopessi ovvero propendere per il solo inserimento di una protesi adeguata, per mezzo della quale si otterrà il mero riempimento del seno senza risollevamento.
L'intervento di mastopessi si effettua con diversi tipi di cicatrici a seconda del grado di ptosi e della generale situazione di partenza.
Tecnica Round Block
Questa tecnica consiste nell'asportare una corona circolare di cute tutt'attorno all'areola. In tal modo è possibile non solo ottenere un piccolo lifting del seno mediante la riduzione dell'eccesso di pelle che spesso proprio in prossimità dell'areola appare maggiormente sottile ma anche un lieve spostamento del complesso areola-capezzolo verso l'alto, possibile appunto grazie ad un disegno preparatorio e conseguente incisione che lo permetta. naturalmente questa tecnica richiede che la ptosi non sia severa e che non sia necessario liftare di molto il seno.
Spesso alla tecnica round block si accompagna l'inserimento di protesi, che tuttavia potrebbe comportare maggiori difficoltà nella cicatrizzazione proprio per via della spinta contraria della protesi.
Tecnica con taglio verticale
Con questo tipo di tecnica viene effettuata una cicatrice tutt'attorno all'areola e verticalmente dal centro dell'areola e sino al solco onde ottenere un "rincalzo" del seno. Il complesso areola-capezzolo viene riposizionato alla giusta misura ed il seno risollevato. Laddove necessario potrà procedersi contestualmente o anche in un secondo momento all'inserimento di protesi.
Come per la mastoplastica additiva, l'intervento può essere eseguito in anestesia locale assistita e la paziente viene dimessa in giornata. I punti di sutura vengono rimossi dopo una settimana alcuni e la restante parte dopo due settimane. L'attività ordinaria è possibile dopo circa due/tre settimane. La qualità delle cicatrici dipende sempre dal tipo di cute e dalla personale capacità di cicatrizzazione nonché da una serie di altri fattori a volte imprevedibili, tuttavia in un normale processo di cicatrizzazione le cicatrici diventeranno sottili e relativamente non visibili.
Tecnica con taglio a T invertita
Laddove si sia in presenza di severa ptosi è necessario procedere ad una incisione che si estende anche lungo il solco sottomammario. La modalità di intervento è simile a quella appena descritta per il caso del taglio verticale.
Nel caso in cui il seno sia non solo da liftare ma anche da ridurre si procede con tale modalità, eliminando anche la parte di ghiandola in eccesso sufficiente per ricondurre il seno ad un aspetto proporzionato.
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